Mi trovo come ogni domenica mattina a riascoltare un vecchio rito di famiglia:la canzone della domenica.
Mio padre la metteva sempre e blaterava di strane parentele con l'artista che la eseguiva.
Fanculo.
Ci svegliava con quella dolce musica per prepararci alla follia che sarebbe seguita nell'arco della giornata, quando l'alcool copioso avrebbe riempito il suo cervello.
Tappeti sonori sulle vite di miseri esseri umani, vaganti nel mare del destino.
E giù di violenza gratuita.
Mamma era la più debole e quante volte l'abbiamo protetta con i nostri gracili corpi di bambini,presto lividi dal dolore ma fieri nell'animo.
Conosco ogni nota ed ogni passaggio di questa fottuta canzone come un mantra che da più di trent'anni risuona nelle mie membra.
Magia mutevole, segna stati d'animo indelebilmente,mi scuote, mi regala tristezze e gioie.....ma quanto è bella;
Lascio che Morfeo mi guidi nel mondo che preferisco ,dove non esistono blocchi o veti ed anche San Francisco da quassù ,sembra meno un cazzo d'inferno.
Anche per noi latini,eterni disarmonici esseri costantemente sul filo del rasoio.
La canzone scorre........il caldo aumenta.......ogni tanto l'ho anche ascoltata mentre si andava a fare qualche lavoretto di pulizia........quel tipo di pulizia intendo:quando un uomo si ritiene al di sopra di Dio scegliendo la sorte di qualcun'altro, premendo un grilletto di un arma puntata su un viso che gronda pietà.
Le storie di angeli non mi sono mai piaciute...ma questa canzone sì.
La lascio scorrere dolcemente sui miei ricordi e sulle mie azioni.
Mi faccio schifo da quanto posso essere poeta.
Mi faccio schifo da quanto posso essere giudice per questa vita e per quelle degli altri.
Ritorno nella quieta disperazione della normalità con lo sfumare finale delle ultime note....la solita domanda mi pervade:ma come cazzo finirà sul serio Samba pa ti di Santana?
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